Con l’emissione di oggi fino a sei miliardi di BTp (3 miliardi a 5 anni e 2-3 miliardi a 10 anni), il Tesoro ha concluso le emissioni di titoli del debito per quest’anno. Ieri, era stata la volta dei BoT e CTz, emessi per complessivi 11,75 miliardi. In particolare, sono stati collocati BoT a sei mesi per un controvalore di 8,5 miliardi e il cui rendimento medio lordo è risultato in lieve risalita dalla precedente asta di fine novembre allo 0,949%, rispetto allo 0,919% (+0,03%), per un prezzo medio di aggiudicazione di 99,536. La domanda è stati pari a 13,32 miliardi, 1,57 volte in più l’importo collocato, ma in calo dal precedente 1,65.
In calo, invece, i rendimenti dei CTz, collocati per 3,25 miliardi e che hanno esitato un tasso medio lordo dell’1,884%, rispetto al precedente 1,923%.
Quest’anno, i BoT sono stati emessi dal Tesoro per un controvalore complessivo di 238 miliardi lordi e per un’emissione netta di 18-19 miliardi. La conseguenza di questa politica del governo, che ha cercato di riposizionarsi temporaneamente sul tratto a breve della curva delle scadenze, per contrastare l’impennata dei rendimenti, è che la durata media del debito residuo è scesa a 6,49 anni, in netto calo dai 7,2 anni toccati nel 2010.
Per questo, già per il 2013, il Tesoro ha annunciato un possibile calo delle emissioni di BoT, rispetto ai livelli del 2012, in linea con quanto faranno pure la Germania con i suoi BuBill e la Francia con i BTf.
Già a dicembre, ad esempio, il Tesoro ha provveduto ad emettere nuovi BoT per un importo inferiore di 8,35 miliardi al quantitativo rimborsato.
Ricordiamo che i BoT sono titoli a breve scadenza, senza cedola, dalla durata massima di 12 mesi. Importanti per finanziare esigenze di cassa, risultano negativi, se emessi in quantità eccessiva, perché comportano un’esigenza di rifinanziamento a breve, esponendo le casse dello stato a un possibile rialzo dei tassi.