Il colosso bancario americano Goldman Sachs ha presentato alla Sec i dati delle sue esposizioni verso i titoli di stato emessi dal Tesoro, da cui si evince che in soli tre mesi ha ridotto il suo possesso di BoT e BTp del 92%, passando da 2,51 miliardi di fine marzo ad appena 191 milioni della fine di giugno e segnando una controtendenza, rispetto ai primi tre mesi dell’anno.
La fortissima riduzione delle esposizioni è un segnale di sfiducia verso l’Italia, malgrado la banca d’affari abbia da poco ricevuto l’incarico dai svolgere il ruolo di advisor per il governo italiano, per l’eventuale cessione alla Cassa Depositi e Prestiti delle quote detenute dal Tesoro in società pubbliche.
Ma se Goldman Sachs vende, le banche italiane aumentano gli acquisti di titoli pubblici, con la conseguenza di aggravre il loro legame con il debito sovrano nazionale. A fine giugno ammontavano a 316,1 miliardi i titoli da esse posseduti, contro i 302,5 miliardi di maggio. Dall’inizio dell’anno, gli istituti italiani hanno accresciuto gli acquisti di bond nostrani di 100 miliardi.
E sarà anche la divulgazione di questi dati a fare impennare in apertura di seduta lo spread decennale BTp-Bund, passato dai 439 punti della chiusura di ieri a 450 punti base, con il BTp a dieci anni a rendere il 5,885%, in aumento dal precedente 5,835%.
Intanto, dal fronte caldo della Grecia arrivano notizie su tagli molto probabili alle pensioni, rientranti nelle misure di austerità che dovranno essere approvate entro un mese dal governo e che ammontano a 11,5 miliardi. Le pensioni potrebbero essere tagliate già a partire dagli assegni di 700 euro mensili, seppur in modo progressivo, per arrivare anche al 15% per gli assegni superiori ai 2000 euro al mese. Tagli anche agli stipendi pubblici per 3 miliardi, il che dovrebbe fare passare il loro rapporto sul pil dall’11,8% al 10,4%.