Oggi vi proproniamo un interessante articolo scritto da Matteo Battaglia di Websim, nel quale viene trattato l’argomento Italia sotto l’aspetto finanziario. Negli ultimi giorni infatti le borse sono state trascinate al ribasso proprio dalla situazione di incertezza nella quale in nostro paese sta navigando, con lo spread Btp-Bund arrivato a superare quota 300 punti base.
”Investire nei titoli di Stato della Romania è oggi rischioso come comprare un Btp italiano. Almeno è questo che dicono i mercati con i cds, credit default swap, contratti di assicurazione che misurano il rischio di fallimento di uno Stato. Il cds romeno vale 293 punti, quello italiano è arrivato a 350 punti.
Il nostro rating però è nettamente migliore di quello di Bucarest. S&P ha assegnato all’Italia un giudizio A+, contro il giudizio BB+ attribuito a Bucarest. Anche per Moody’s la qualità del nostro debito pubblico, AA2, è migliore rispetto a quello rumeno, Baa3. Ma questo ancora una volta non significa niente per i mercati. Dopo l’ultima tempesta che si è abbattuta sui nostri titoli di Stato, i rendimenti sul decennale sono schizzati a 6%, non lontano dal 5,95% della Romania.
Ma se Bucarest è al nostro livello, ci sono molti altri Paesi in Europa che secondo il mercato sono più attraenti dell’Italia. La Bulgaria ha decisamente meno chance di fallire dell’Italia con un cds a 287 punti contro il nostro a 299. Una situazione premiata anche sul mercato delle obbligazioni. Il titolo di Stato decennale bulgaro offre un rendimento del 5%, inferiore di circa 95 punti base rispetto al nostro. Eppure, per le tre agenzie di rating l’Italia merita un giudizio migliore rispetto alla Bulgaria, a cui S&P e Fitch assegnano un rating BBB e Moody’s Baa3.
Per restare in Europa, Lituania e Polonia vantano cds rispettivamente di 50 e 100 punti sotto quelli del nostro Paese. Il rendimento del decennale polacco è del 5,25%.
Guardando le quotazioni dei cds, si scopre che anche in SudAmerica ci sono tanti Paesi meno rischiosi dell’Italia. E non stiamo parlando solo del Brasile, una delle locomotive della crescita mondiale, con l’economia che registra uno sviluppo del 7,5% all’anno. La Colombia e il Perù sarebbero più attraenti dell’Italia. Il Perù vanta un cds a 166 punti, la metà del nostro, ma il rendimento dei titoli di Stato a 9 anni (a 10 non sono stati emessi) è all’11%. Anche la Colombia con 152 punti di cds offrirebbe un rischio di default inferiore al nostro, eppure i rendimenti del decennale sono al 7,8%.
Guardando a Oriente, si può avere l’imbarazzo della scelta tra l’Italia e il Barhein: entrambi infatti offrono un rendimento intorno al 5,80%. Per le tre agenzie di rating non c’è dubbio il nostro Paese ha un rating migliore, contro il Baa1 di S&P per il Bahrein e il BBB di Fitch.
Al di là della retorica, sul mercato si sono create delle evidenti esagerazioni dovute a un eccesso di speculazione. E’ vero che il nostro Paese ha uno dei debiti pubblici più alti del mondo. Eppure peggio di noi c’è il Giappone con un debito pari al 223% del Pil. Il decennale giapponese però offre un rendimento all’1,1% e per le agenzie il Paese merita un rating simile al nostro.
L’unica differenza con il Paese del Sol levante è che il 44% dei titoli di Stato italiani sono in mano a investitori esteri contro il 4% di quelli giapponesi. Insomma i nostri titoli sono sul mercato, esposti alle scorribande della speculazione quelli giapponesi no.”
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