Solo due sere fa veniva annunciato il declassamento del debito sovrano francese da parte dell’agenzia di rating Moody’s, che ha abbassato la valutazione di medio-lungo termine da AAA ad Aa1, facendo perdere a Parigi la preziosa tripla A, dopo che già la bocciatura era avvenuta alcuni mesi fa anche ad opera di Standard & Poor’s. La reazione dei mercati è stata piuttosto fredda, non si è scatenata quell’ondata di vendite nelle borse e, soprattutto, dei bond francesi, come ci si sarebbe potuti aspettare. Ciò nonostante, le ripercussioni del “downgrade” sono state immediate.
Ieri, ad esempio, il Fondo salva-stati, l’Efsf, che entro un anno sarà del tutto rimpiazzato dal permanente Esm, avrebbe dovuto lanciare un bond triennale di 3 miliardi. Il collocamento, previsto a una ventina di punti base in meno, rispetto al tasso mid-swap, è stato, invece, rinviato per “problemi tecnici”. Cos’è successo? Che il declassamento del debito francese crea un problema di copertura e di garanzia per i titoli dell’Efsf.
Questi, infatti, sono coperti dalle garanzie degli stati che hanno rating sul debito sovrano pari almeno a quello dell’Efsf (AAA) o anche migliore. Ma avendo perso la Francia la tripla A, Parigi non potrà più garantire per le emissioni obbligazionarie del Fondo e la cosa avrà serie ripercussioni in termini pratici. La Francia, infatti, copriva il 21,83% delle garanzie complessive, seconda solo al 29,07% dei tedeschi. Ora, quella quota dovrà essere spalmata su pochi Paesi rimasti nel club della tripla A, ossia: Austria, Finlandia, Germania, Lussemburgo e Olanda.