Gli ETF a leva fanno parte della categoria degli strumenti finanziari strutturati. Permettono, attraverso l’utilizzo di strumenti derivati, di amplificare al rialzo o al ribasso la performance di un indice o gruppo di attività su base giornaliera.
L’effetto leva rende questo prodotti indicati principalmente per chi intende mettere in atto strategie di trading di breve termine, oppure per hedging (copertura) o per strategie long/short che alternano posizioni lunghe e corte.
L’effetto leva consente inoltre di impegnare una minor quantità di capitale (margine) per assumere una posizione rialzista sul mercato. I rendimenti di questi ETF sono resettati giornalmente, pertanto per lassi di tempo superiori al giorno i riscontri possono discostarsi notevolmente da quelli degli indici sottostanti, in particolare nel corso di periodi di elevata volatilità.
Nel corso della seduta si rischia di cadere in errore quando si confrontano i rendimenti percentuali dell’ETF con quelli dell’indice. La metodologia corretta per il calcolo del rendimento dell’indice consiste nel confrontare l’ultimo valore nella seduta in corso rispetto al valore di chiusura nella seduta precedente.
Per l’ETF, invece, bisogna confrontare la quotazione dell’ETF nella seduta in corso rispetto al NAV (Net Asset Value) dell’ETF della seduta precedente. NAV che viene calcolato proprio sul valore di chiusura dell’indice sottostante.
fonte dati ETFNews
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.