Ieri, la finanziaria Cam 2012 ha emesso un bond convertibile in azioni Pirelli, garantito dalla controllante Camfin. L’emissione è stata per complessivi 150 milioni e il taglio minimo per l’acquisto di un’obbligazione era di 100 mila euro. Il bond convertibile è stato emesso alla pari, ossia al 100% del suo valore nominale, con cedola annua fissa al 5,625% e ha durata di cinque anni, con scadenza al 26 ottobre 2017.
In quella data, si potrà decidere se farsi rimborsare il bond alla pari o se convertirlo in azioni Pirelli, con uno sconto offerto del 30% sul corso medio azionario a Piazza Affari, relativo all’andamento del titolo tra la data di lancio e quella di determinazione delle condizioni finali dell’emissione, per un prezzo di riferimento di 8,7419 euro per azione.
Cam 2012 terrà in deposito vincolato 27.831.232 azioni Pirelli, corrispondenti al 5,85% del capitale ordinario di quest’ultima e non facenti parte del patto di sindacato. Il deposito funge da garanzia.
Al contempo, Cam 2012 e la controllante Camfin si sono impegnate per un lock-up di 90 giorni dalla data di emissione del bond convertibile e relativo alla vendita delle azioni Pirelli e degli strumenti finanziari ad esse relativi.
L’emissione è stata curata da Banca IMI, Bnp Paribas e Unicredit come Joint bookrunners e Joint Lead.
La famiglia Malacalza ha deciso di adire le vie legali contro l’emissione, avendo preferito optare per un aumento di capitale. Infatti, il lancio del bond è stato preceduto da un duro scontro al cda di due sere fa tra la famiglia genovese e Tronchetti Provera, anch’egli socio della finanziaria, tanto che il board ha limitato l’emissione a 150 milioni, quando nella prima ipotesi di prevedeva un’offerta per 170 milioni.