A fine 2010 nei portafogli crediti dei primi cinque gruppi bancari italiani c’erano quasi 85 mld di attivita’ deteriorate, al netto delle svalutazioni. Una cifra che, come scrive Milano Finanza, in valore assoluto, e’ di oltre due volte e mezza superiore a quella che le banche avevano sui libri a fine 2007, prima dello scoppio della crisi.
Non solo. Il peso di sofferenze, incagli, crediti ristrutturati, scaduti e sconfinanti sul valore totale dei crediti verso la clientela per gli stessi gruppi bancari era salito a fine 2010 al 6,57%, una percentuale che era quasi tre volte piu’ alta di quella del 2,68% registrata a fine 2007. E’ il primo dato eclatante che risulta da un’analisi condotta da MF-Milano Finanza sui bilanci dei gruppi Unicredit, Intesa Sanpaolo, B.Mps, Banco Popolare e Ubi Banca, dalla quale emergono pero’ anche due buone notizie.
La prima e’ che il trend negativo della qualita’ del credito sta rallentando; la seconda e’ che gli impieghi sono tornati a crescere, anche se di pochissimo. Da questo punto di vista i crediti alla clientela, al netto delle svalutazioni, a fine 2010 erano tornati a oltre i 1.287 miliardi per le cinque banche considerate, in leggera crescita dai 1.283 miliardi di fine 2009. Un dato comunque confortante, se si pensa che nel 2009 il totale dei crediti era sceso del 3,5% rispetto ai 1.330 miliardi del 2008, quando invece erano saliti di ben il 9,5% dai 1.215 miliardi del 2007.
Insomma, il credit crunch si sta allentando e le banche, seppure in modo molto molto lento, hanno iniziato a prestare qualcosa di piu’ alla clientela.
fonte dati MF DowJones
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