Ieri, il Tesoro ha concluso una tre giorni di collocamenti di titoli del debito pubblico per complessivi quasi 18 miliardi di euro. In particolare, nell’ultima seduta del mese sono stati collocati BTp a 5 e 10 anni per 5,962 miliardi, di cui 3 miliardi per i primi, con scadenza 01/11/2017. Questi hanno esitato un rendimento del 3,23%, in calo dal 3,80% di solo un mese fa (-57 punti base). In calo la domanda, che ha superato l’offerta di 1,239 volte, rispetto a 1,492 volte di ottobre.
Evidente anche il calo dei rendimenti medi lordi del BTp decennale, con scadenza 01/11/2022, attestatosi al 4,45%, in calo dal 4,92% di ottobre e raccogliendo richieste per 3,53 miliardi, 1,18 volte in più dei 2,962 miliardi offerti dal Tesoro.
Ma la settimana era iniziata positivamente il martedì, quando erano stati collocati CTz con scadenza settembre 2014 e per un importo di 3,5 miliardi, al rendimento medio lordo dell’1,923% dal 2,397% e mostrando un bid-to-cover ratio di 1,50. Il tasso esitato è stato il più basso dal mese di ottobre del 2010.
E sempre martedì erano stati collocati BTp settembre 2019 e settembre 2026, indicizzati all’inflazione, per un miliardo totale di controvalore e riportando rendimenti rispettivamente del 2,53% e del 3,49%.
Seduta positiva anche quella di mercoledì, quando lo stato è riuscito a collocare con rendimenti in calo anche BoT a sei mesi per 7,5 miliardi, ultimo collocamento previsto per il 2012 per questi titoli a breve. La domanda è risultata in crescita a 1,65 volte l’offerta, contro gli 1,52 volte di ottobre. E per la prima volta dal mese di aprile del 2010 si è registrato un rendimento medio sotto l’1%, esattamente allo 0,919%, in netto calo dal precedente 1,347%.