Alla fine, l’effetto crisi politica non c’è stato. Al contrario, l’asta di ieri del Tesoro di 6,5 miliardi di BoT a un anno è stata un successo pieno, visto che i rendimenti esitati sono stati di gran lunga inferiori alle attese. Se a novembre, i titoli annuali avevano reso l’1,762%, ieri ci si aspettava una media tra 1,65 e 1,70%, con qualche preoccupazione per le annunciate dimissioni del premier Monti. Invece, il rendimento medio lordo è sceso ai minimi di marzo, all’1,4526%.
In rialzo pure il rapporto di copertura di 1,94, il più alto per questo segmento dal mese di novembre 2011, quando i rendimenti semestrali sfiorarono il 6,5%.
Di fatto, prima dell’apertura della crisi politica sul secondario i BoT a un anno rendevano tra 1,35 e 1,40%. Siamo a quei livelli, l’allarme era evidentemente ingiustificato, anche perché stando a quanto riportano i trader, la domanda è arrivata da tutti i segmenti di clientela: retail, istituzionale, nazionale e straniera.
E oggi il Tesoro torna sui mercati con il collocamento di BTp a tre anni per un importo compreso tra 2,5 e 3,5 miliardi e BTp marzo 2026 tra 500 e 750 milioni. Sul secondario il BTp dicembre 2015 quota al momento in zona 2,60%. Ci si attende un buon risultato anche sul primario.
E stringe anche lo spread, che già ieri era sceso a 331 punti base sul tratto decennale, mentre in apertura si attestava a 324 bp. Il BTp a 10 anni rende al momento il 4,6%, in calo dal 4,65% di fine seduta di ieri.