Malgrado i tempi fissati dall’Enac per la conclusione delle trattative tra WindJet e Alitalia siano scaduti ieri, l’Ente non pare di avere intenzione di impedire la prosecuzione delle attività della prima compagnia low-cost italiana, con sede a Catania. Al contrario, sono stati convocati i dirigenti, i quali semmai dovranno ogni giorno giustificare la ragione per cui l’Ente non debba ritirare la licenza a una compagnia di fatto ormai fallita.
Ieri, un comunicato Enac recitava più o meno così: WindJet deve assicurare la piena operatività della compagnia ed evitare che tra la data di firma del contratto con Alitalia e quella di decorrenza dello stesso vi siano cancellazioni di voli.
Quanto alle trattative con la compagnia di bandiera, pare che siano a buon punto. La contesa è su determinati aspetti economici e tecnici. In particolare, l’Antitrust ha imposto ai siciliani di cedere alcuni slot, in modo da impedire che Alitalia, attraverso l’acquisto, diventi un player troppo grande. Ma per effetto di tale previsione, Alitalia chiede che il prezzo venga ridotto di parecchio, mentre i dirigenti di WindJet ritengono che la differenza di prezzo sia poca roba.
Altro aspetto non meno importante riguarda anche le cosiddette garanzie tecniche, come il caso delle revisioni periodiche, che ad oggi WindJet ha affidato alla israeliana Bedek. Si tratta di verificare tra quanto tempo dovranno revisionarsi gli aerei della compagnia low-cost. E’ chiaro che più la scadenza si allontana e più conveniente sarà l’acquisto da parte di Alitalia.
Sta di fatto che in questi giorni si sta concludendo un’esperienza imprenditoriale apparentemente brillante per la Sicilia, con l’imprenditore Nino Pulvirenti, a capo anche del Catania Calcio, che ha creato negli anni passati la prima compagnia a tariffe ridotte per volare tra l’isola e il resto d’Italia e non solo. Esperienza travolta dai debiti.