Ancora guai per Telecom Italia, dopo che la concorrente Vodafone Italia ha chiesto all’ex monopolista un risarcimento danni da un miliardo di euro. La richiesta è avvenuta in seguito alla condanna di quest’ultima per abuso di posizione dominante tra il 2008 e il 2013 per la rete fissa e per la quale la compagnia ha già fatto ricorso al Tar, dopo che le è stata comminata una maxi-multa da 104 milioni. Vodafone lamenta ostacoli per l’accesso all’infrastruttura e politiche commerciali scorrette. In passato, anche British Telecom è stata oggetto di simili richieste, anche se non hanno avuto successo.
Tuttavia, la questione di Telecom si complica ulteriormente, dopo i numerosi punti ancora da affrontare. C’è, anzitutto, il problema dello scorporo della rete, che a seguito del taglio imposto dall’Agcom delle tariffe di accesso per l’unbundling da 9,28 a 8,68 euro, dovrebbe essere valutata ora non oltre i 15 miliardi di euro. Con la conseguenza che uno dei maggiori potenziali acquirenti, la Cdp, è molto cauta adesso nell’investire i propri quattrini ad occhi chiusi.
Sfumata l’ipotesi di integrazione con 3 Italia (questa potrebbe fondersi con Wind e diventare primo operatore mobile in Italia), Telecom è alla ricerca di un partner industriale, anche perché la sua capitalizzazione è scesa ad appena 9 miliardi di euro, possibile preda di compagnie straniere ben più solide.
La stessa Telefonica, oggi azionista al 10%, tramite Telco (22,45%), potrebbe tentare un’Opa, specie quando a marzo scadrà il patto con i soci di Mediobanca, Generali e Intesa. Qualcuno di questi, se non tutti, potrebbero uscire da Telco e a quel punto, gli spagnoli si lancerebbero alla conquista di Telecom. Ma attendere fino a marzo per conoscere il destino dell’ex monopolista sembra troppo.