E’ arrivata ieri ufficiale la nota con cui la compagnia assicurativa bolognese Unipol ha manifestato il suo interesse per Fondiaria Sai, pur ammettendo di essere ancora in fase di studio, per verificare che non ci siano ostacoli politico-industriali, che possano in futuro riguardare una eventuale fusione tra le due società.
In realtà, al momento, Unipol sarebbe prudente sull’operazione, anche perché la composizione del proprio azionariato è molto composita e al contempo non vorrebbe creare malumori anche all’esterno. Il suo azionista Finsoe sarebbe disponibile ad acquistare l’intero pacchetto azionario della famiglia Ligresti, per poi partecipare pro quota alla ricapitalizzazione di Premafin, che controlla FonSai, per poi successivamente sottoscrivere l’aumento di capitale nella controllata e procedere alla fusione tra essa e Unipol.
Diversa sarebbe la strategia del fondo di investimento Clessidra, che punterebbe a rilevare i diritti di opzione dei Ligresti, in merito alla ricapitalizzazione Premafin di 400 milioni. L’offerta sarebbe molto bassa, pochi milioni, ma grazie a questi Carlo Sposito sarebbe nelle condizioni di sottoscrivere almeno la metà dell’aumento di capitale. E’ da giorni che si vocifera che Clessidra sarebbe, infatti, disposta a mettere sul piatto 200 milioni.
Il problema ora resta di capire quale sarà la mossa dei tre fratelli Ligresti, che fino a poche ore fa sembravano ben convinti di volere lasciare il controllo della holding, mentre ora sembrerebbero intenzionati a fare la partita. Bisogna capire se si tratti di strategia per alzare il prezzo, oppure se sia nelle loro intenzioni cercare un socio a cui affiancarsi, ma restando nell’azionariato di controllo.
La loro scelta non sarà di poco conto, visto che Clessidra entrerebbe solo se fosse azionista unico di controllo. Molto probabilmente, la stessa cosa varrebbe per Unipol.