A pochi giorni dal cda del 6 dicembre, chiamato a sciogliere numerosi nodi sul futuro della compagnia, il magnate egiziano Naguib Sawiris torna a farsi sentire, proponendo a Telecom Italia un aumento di capitale da 3 miliardi di euro, finalizzato all’acquisizione della controllata brasiliana di Vivendi, Gtv. Affinché l’operazione abbia successo, secondo il Sawiris, l’aumento dovrebbe avvenire ai prezzi attuali, ossia intorno a 0,70 euro per azione.
Tuttavia, l’azionista Marco Fossati, che in Telecom ha il 5%, ritiene che l’aumento non possa che avvenire a un prezzo intorno a 1,50 euro, cosa che farebbe entrare l’egiziano nel capitale societario con una quota fino a 15%, con 3 miliardi di investimento. Ovviamente, con la stessa cifra il Faraone salirebbe fino a ridosso del 30% agli attuali prezzi di mercato.
Qui, si scontrano gli interessi tra i soci e il magnate, dato che gli azionisti di Telco (Telefonica, Intesa, Generali, Mediobanca), al 22,4% di Telecom, hanno iscritto a bilancio la quota a 1,50 euro, ossia a prezzi più che doppi di quelli attualmente sul mercato, subendo gravi minusvalenze, nel caso di cessione a valori inferiori.
D’altronde, in cinque anni il valore di capitalizzazione della compagnia è passato da 40 a 13 miliardi. Ecco, quindi, che un aumento si rende necessario, anche perché Telecom non avrebbe i 7-9 miliardi richiesti per l’acquisto di Gtv, dato il suo debito a quasi 40 miliardi di euro.
Sawiris ritiene che lo spin-off, ossia la separazione tra rete e servizio, non debba avvenire, perché sarebbe una sciagura per la società. Inoltre, ha attaccato pesantemente il socio spagnolo, affermando di operare in conflitto di interesse con la controllata e di frenare lo sviluppo della compagnia italiana nel Sud America, dove Telefonica vede Telecom quale concorrente temibile.
Non si esclude un ingresso di Cdp nel capitale della società, magari facendo così diluire la quota Telco e sciogliendo il patto di sindacato. Ipotesi verosimile, se non avviene lo spin-off, che prevedeva l’acquisizione della quota di minoranza della newco controllante la rete fissa da parte della Cdp, appunto.
In questo scenario, un ingresso di Sawiris non farebbe paura, perché il controllo resterebbe stabile nelle mani dei soci attuali.