Continua la querelle intorno al futuro di Telecom Italia. Ieri, un comunicato di Findim, la società di Marco Fossati, che nei giorni scorsi ha oltrepassato di poco la soglia del 5% del capitale della compagnia, ha emesso un comunicato in cui chiede la revoca degli amministratori in carica in rappresentanza di Telco, la holding di controllo al 22,4%, chiedendo allo stesso tempo anche il rinnovo dell’intero consiglio di amministrazione, convocando un’assemblea ordinaria per discutere dei punti. Immediata la reazione di Asati, che riunisce i piccoli azionisti, che ha assicurato sostegno alle richieste di Findim e che si avvia alla raccolta delle deleghe per fare passare le mozioni in assemblea.
Intanto, il destino di Telecom è ancora tutto da scrivere. Dopo che America Movil di Carlos Slim ha annunciato di non volere più esercitare l’Opa sull’olandese Kpn, pur avendo ottenuto due giorni fa l’autorizzazione da parte dell’authority, tornano le speculazioni su un possibile interessamento del magnate messicano per Telecom Italia, mostrato già nel 2007, quando le sue “avances” furono respinte.
Anche perché lo stesso Fossati si starebbe facendo interprete di una strategia anti-Telefonica, cercando soci tra fondi anche internazionali, al fine di contendere il controllo agli spagnoli. Non va giù all’investitore lo spacchettamento di Tim Brasil, che potrebbe non creare alcun valore per Telecom, il cui titolo è iscritto a bilancio in Findim a 1,70 euro, quando oggi ne vale intorno a 70 centesimi a Piazza Affari.
L’assemblea per il rinnovo del cda potrebbe tenersi entro della fine dell’anno, cioè prima che Telefonica possa avvalersi del diritto di esercitare la call option per salire fino al 22,4% di Telecom e per esercitarne i relativi diritti di voto.