Telecom Italia ha ammesso di avere avviato contatti con il gruppo Hutchinson Whampoa, per una possibile integrazione con la controllata italiana 3 Italia. Tuttavia, la compagnia precisa che le trattative sarebbero a uno stato così iniziale da non potere ancora comunicare alcunché. Non si tratta di reticenza, ribadisce. Ieri, il titolo ha chiuso in positivo dell’1,04% a 0,584 euro, dopo che la voce si era diffusa nelle ore precedenti. Positiva è stata la reazione di Asati, l’associazione dei piccoli azionisti Telecom, che nel confermare la fiducia nel presidente Franco Bernabè, ha invitato il socio di riferimento, Telco, a non ostacolare anche stavolta la possibilità che la compagnia ricorra a capitali esterni, perché proprio questo atteggiamento di chiusura, secondo Asati, sarebbe alla base delle criticità di Telecom. O Telco consente all’ex monopolista di cercare altri soci, o accetta l’idea di un aumento di capitale.
Già a novembre, Telco aveva rifiutato un aumento riservato di capitale in favore dell’egiziano Naguib Sawiris, impedendo così la ricapitalizzazione di Telecom Italia, gravata dai debiti.
Secondo le indiscrezioni, l’accordo potrebbe consistere nella cessione a Telecom Italia di 3 Italia da parte di Hutchinson Whampoa, il quale in cambio riceverebbe azioni per un controvalore di 3,9 miliardi ed emesse a 1,2 euro ciascuna, entrando nel capitale della compagnia italiana.
L’integrazione innalzerebbe l’eps del 3% e porterebbe l’Ebitda a crescere nel biennio 2013-2014 di 0,7-1 miliardo. In ogni caso, però, tale ingresso dei cinesi in Telecom farebbe diluire il peso dell’azionariato attuale, in particolare, del socio di controllo Telco, anche se si pensa che Hutchinson Whampoa potrebbe anch’esso fare parte del gruppo di controllo, entrando proprio in Telco.