S&P ha declassato il rating di lungo termine di Telecom Italia da BBB- a BB+ e quello di breve periodo da A-3 a B. L’outlook rimane negativo, prospettandosi un ulteriore taglio del rating. Lo ha comunicato poche ore fa la stessa agenzia, che lo scorso 7 ottobre aveva posto il suo giudizio sulla compagnia con creditwatch negativo. Per S&P, Telecom è oberata da un alto livello di indebitamento, a fronte del quale il flusso di cassa domestico dovrebbe essere migliorato, mentre la compagnia dovrà fare i conti in futuro con un contesto molto competitivo e con un apparato normativo difficile. In più, la governance di Telecom è incerta e l’Ebitda è atteso in calo nel prossimo biennio.
Pertanto, l’agenzia ha abbassato la sua valutazione anche sul debito “senior unsecured” da BBB- a BB+ e ha assegnato al “recovery rating” il punteggio 3, mentre sui bond ibridi il giudizio passa da BB a B+ con punteggio 6.
In sostanza, S&P ha declassato il debito di Telecom Italia al livello “non investment grade”, cioè valutando i suoi bond speculativi o anche “junk” o “spazzatura”.
Vedremo quali saranno le reazioni dei mercati oggi, con il titolo che potrebbe indebolirsi a Piazza Affari, anche perché il piano industriale presentato dall’ad Marco Patuano nei giorni scorsi non pare abbia convinto gli investitori. Ieri, era stata annunciata la cessione dell’intera quota del 22,72% in Telecom Argentina per una somma complessiva di 960 milioni di dollari, pari a 720 milioni di euro, ma dall’impatto sostanzialmente nullo sul livello del debito del gruppo. Al contempo, il presidente di Telefonica, Cesar Alierta, aveva smentito la fusione con Telecom, così come delle rispettive controllate in Brasile, Vivo e Tim Brasil.