Ma cosa sta accadendo al titolo MpS, che in sole due sedute ha guadagnato oltre il 20%, portandosi da 0,22 euro per azione a 0,28 euro? Tra venerdì e ieri è passato di mano il 18% del capitale complessivo della banca, il che ha scatenato le fantasie degli operatori di borsa, oltre a spingere la Consob ad accendere i riflettori sul titolo. Tuttavia, l’ipotesi di una scalata sembrerebbe irrealistica, dato che la Fondazione MpS controlla il 34,5% di Siena e insieme agli altri azionisti stabili si arriva al 50%. Si pensi, poi, che MpS risulta esposta verso il Tesoro per 3,9 miliardi di euro, attraverso i Monti-bond, i quali, se convertiti in equity, farebbero salire al 54% lo Stato nel capitale della banca.
Ecco, quindi, che la netta risalita del titolo del terzo istituto italiano si spiega grosso modo con l’effetto del calo dello spread. Siena ha in pancia 24,7 miliardi di titoli di stato italiani, i quali nei mesi scorsi hanno provocato gravi minusvalenze sui suoi bilanci, a causa del crollo dei rispettivi prezzi e l’impennata dello spread.
Ma oggi che i prezzi di BoT e BTp sono in netta risalita e i loro rendimento s’impennano, questa montagna di bond pubblici nelle casse della banca si sta trasformando in un valore positivo. Si calcola, ad esempio, che per ogni punto di spread in meno, il patrimonio di MpS guadagna 15 milioni di euro. Poiché negli ultimi mesi lo spread è sceso di 90 punti base, il patrimonio di MpS sarebbe cresciuto così di 1,4 miliardi circa.
Ora, a Piazza Affari, il titolo capitalizza solo la metà del patrimonio netto della banca e, pertanto, anche l’accrescimento di quest’ultimo si riflette per la metà. Infatti, la capitalizzazione è passata da 2,55 miliardi di fine 2012 ai 3,25 miliardi di ieri, mostrando una crescita di 700 milioni, del tutto coerente con l’effetto spread.