Sembra davvero una svolta clamorosa nella complessa vicenda Fondiaria Sai, alle prese con un piano di fusione con Unipol. Ieri sera, il consiglio di amministrazione è stato riunito dal presidente Cosimo Rucellai, al fine di dare risposte all’Isvap.
L’istituto ha infatti minacciato la nomina di un commissario ad acta, se entro la fine del mese non saranno adottate azioni concrete, che pongano fine alle operazioni sospette con altre società e soggetti terzi, che l’authority considera pregiudizievoli per la compagnia assicurativa.
Ci si riferisce a quelle operazioni immobiliari tra FonSai e Imco-Sinergia, in particolare, le due holding dichiarate fallite dal Tribunale di Milano la scorsa settimana, che avrebbero avuto quale unico scopo l’arricchimento indebito e indiretto dei Ligresti; così come a tutte quelle consulenze, i cui emolumenti avrebbero determinato un arricchimento indebito di persone legate alla famiglia del costruttore e ingegnere siciliano.
L’Isvap ha chiesto che vengano, anzitutto, rimosse quelle operazioni ancora in essere e che FonSai valuti di citare in giudizio i responsabili di quegli atti, i Ligresti e i loro amministratori, appunto.
E così, ieri, il board ha stabilito che siano accelerati i tempi delle valutazioni dei manager e degli advisor, riguardo a tali operazioni e che si prenda in considerazione l’ipotesi di individuare responsabilità personali in tali vicende. I tre fratelli e figli di Salvatore, a capo della controllante Premafin e di FonSai e Milano Assicurazioni, rischiano così di essere citati in giudizio, malgrado avessero chiesto e ottenuto da Unipol il diritto di manleva, che in teoria avrebbe escluso che persino la futura gestione li avrebbe potuti inchiodare alle loro responsabilità. Diritto, che la Consob vuole sia rimosso, pena l’obbligatorietà di lanciare un’Opa sulle azioni di minoranza in FonSai.
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