Fondazione Monte Paschi di Siena è pronta a cedere fino al 15% di MpS, passando da una quota di controllo del 49% al 33,5%. C’è attesa per la decisione del Tesoro, a cui spetta l’autorizzazione della vendita, trattandosi di una fondazione. E Palazzo Sansedoni chiede formalmente alle banche creditrici di fare presto nella rinegoziazione del debito da 900 milioni.
Esse sono dodici e tra di loro spiccano nomi eccellenti, come Mediobanca, JP Morgan, Credit Suisse. La ristrutturazione passerebbe per il rimborso di metà del debito, circa 450 milioni, attraverso la vendita di partecipazioni in Cassa Depositi e Prestiti, F2i, Sator, Mediobanca e l’8% iniziale di MpS.
Il restante 7% circa della banca sarebbe ceduto a un soggetto strategico, ossia a una controparte, con la quale stringere un’intesa per la governance di Rocca Salimbeni. A tale fine, si fanno i nomi dei fondi Clessidra e Equinox, anche se quest’ultimo sconta il no del sindaco senese Franco Ceccuzzi, che nomina, insieme al presidente della provincia, 13 consiglieri su 16 della Fondazione.
L’altra metà del debito dovrebbe essere restituita con rate dilazionate, oltre che allungando di un mese il periodo di “standstill”, che scade il 15 marzo. Entro quella data si dovrà raggiungere un’intesa e la Fondazione vorrebbe fare presto, per approfittare del buon momento in borsa del titolo, che le consentirebbe di incassare di più, a parità di quota ceduta, o di cedere una partecipazione inferiore, a parità di somma ricavata.
Il mercato sembra essere positivamente incline alla possibile nomina di Alessandro Profumo come presidente, anche se spunta il nome di Divo Gronchi tra i papabili.
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