Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha chiesto ai vertici di Fiat di non procedere al licenziamento dei 19 operai dello stabilimento di Pomigliano d’Arco, che l’ad Sergio Marchionne ha annunciato nei giorni scorsi, quale necessità per fare spazio ad altrettanti lavoratori iscritti a Fiom, come imposto dai giudici della Corte di Appello di Roma. La Fornero ha parlato di “spirale” e ha mostrato “rammarico” per la decisione della casa torinese, mentre già nella mattinata di ieri il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, aveva detto che la mossa di Fiat non gli era piaciuta.
E Marchionne aveva annunciato nei giorni scorsi la messa in mobilità di 19 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano, dopo che i giudici di appello di Roma lo avevano condannato ad assumere 145 dipendenti iscritti a Fiom, in quanto questo sindacato sarebbe stato in passato discriminato nelle assunzioni dei dipendenti ad esso tesserati. Risultato: Fiat deve assumere 19 dipendenti Fiom entro 40 giorni, in quanto non ha espresso riserve su di essi, mentre il resto delle assunzioni dovrà avvenire entro 180 giorni, durante i quali potrà sollevare dubbi.
E proprio per fare spazio agli iscritti Fiom, l’azienda si vedrebbe costretta a licenziare altrettanti lavoratori già in attività, scatenando quella che il segretario confederale Cisl, Raffaele Bonanni, ha definito “una guerra tra dipendenti”, la cui responsabilità sarebbe da ricondurre a Fiom-Cgil. La Cisl ha annunciato che tutelerà i propri iscritti dai licenziamenti, agendo in giudizio contro la società. La Cgil, a sua volta, parla di “rappresaglia”.
Va giù durissimo anche l’imprenditore Diego Della Valle, da tempo in netto contrasto con l’azienda torinese, che ha fatto appello a tutelare l’Italia dagli Agnelli.