L’assemblea di Eni ha approvato il bilancio 2012, il cui esercizio ha chiuso con un utile pari a 9,078 miliardi circa e un utile netto di 7,79 miliardi. Approvata anche la distribuzione di un dividendo di 1,08 euro per azione e per un ammontare complessivo che tocca i 4 miliardi di euro, poco più della metà dell’utile netto. Un bottino interessante per gli azionisti, in particolare, per lo Stato, che controlla la compagnia energetica tramite il Tesoro (4,34%) e la Cdp (25,76%). Per questo, il primo incasserà 170,1 milioni, il secondo ben 1,011 miliardi. Complessivamente, il socio pubblico potrà contare su qualcosa come 1,18 miliardi di euro, una cifra non certamente irrilevante. E l’ad Paolo Scaroni ha confermato che proporrà al cda di staccare per il 2013 una cedola di 1,10 euro per azione, ossia un incremento del 2% circa sul dividendo 2012.
Quanto alle date di regolamento, il saldo sarà pagato il 23 maggio e con data di stacco del 20 maggio per 0,54 euro ad azione.
I soci hanno anche approvato la revoca della delibera del 16 luglio 2012, con la quale era stato autorizzato l’acquisto di azioni proprie, per la parte ancora non eseguita alla data dell’assemblea. Al contempo ha dato mandato al cda di acquistare entro un massimo di 18 mesi dall’assemblea e anche in più tranche azioni ordinarie Eni sul Mercato Telematico Azionario. I titoli dovranno essere acquistati a un valore non inferiore a 1,102 euro ciascuno e non superiore a quello di chiusura della seduta precedente, aumentato del 5%, per un ammontare complessivo di 363 milioni di azioni e per un controvalore massimo di 6 miliardi di euro.