Il gruppo Enel ha ceduto la sua partecipazione in Terna per il 5,1% del capitale, pari a 102.384.037 azioni, al prezzo di 2,74 euro ciascuna. La vendita ha fatto fluire complessivamente 281 milioni nelle casse della società, nel cui bilancio tale quota era iscritta per soli 46,2 milioni. Al netto degli oneri accessori, quindi, Enel ha realizzato una plusvalenza contabile di almeno 178 milioni.
Al fine di dare luogo all’operazione, si è avvalsa della collaborazione di Mediobanca, J.P.Morgan, Banca Imi e Unicredit come joint bookrunner.
Secondo gli analisti di Intermonte, Enel potrebbe a breve cedere altri asset in Europa, per un valore di 300-400 milioni di euro, al fine di ridurre il suo forte indebitamento, quasi a quota 7 miliardi. La stessa Intermonte due giorni fa aveva tagliato il “target price”, portandolo da 3 euro a 2,90 euro, pur mantenendo invariato il rating a “neutral”.
Tale decisione è maturata in seguito all’abbassamento delle aspettative sulla distribuzione degli utili, stimati a 0,22 euro ad azione. A tale proposito, il gruppo ha confermato la sua politica di pay-out del 60%.
Nei prossimi giorni, inoltre, Enel dovrebbe lanciare un bond retail, compreso tra 1,5 e un massimo di 3 miliardi. Sarebbe un’obbligazione a 6 anni, suddivisa in due tranche, una a tasso fisso e un’altra a tasso variabile, con un rendimento compreso tra il 5 e il 6%.
Sarà anche un test importante per uno dei colossi industriali nazionali, al fine di valutare l’appetibilità del titolo da parte degli investitori stranieri.
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