Finalmente, sembra fatta. Dopo oltre un anno di estenuanti trattative, i soci italiani e quelli francesi di Edison hanno raggiunto un’intesa definitiva sull’Opa obbligatoria che Edf dovrà lanciare sul flottante restante di Edison. In base a tale accordo, l’extra-costo, determinato da un prezzo fissato da Consob a un livello più alto del previsto, sarà suddiviso in parti uguali tra Delmi e Edf.
La storia è questa. Sulla base dell’intesa raggiunta a Santo Stefano, Delmi, partecipata da A2A e Iren, avrebbe ottenuto il 100% di Edipower, controllata Edison, mentre i francesi sarebbero saliti all’80% della società energetica, in seguito alla cessione delle quote di Delmi.
Sul 20% rimanente di azioni, Edf sarebbe stata obbligata a lanciare un’Opa obbligatoria, ma Parigi aveva messo in chiaro che avrebbe accettato solo un prezzo massimo di 0,84 euro per azione, ossia non superiore alla valutazione offerta in favore di Delmi.
Consob aveva fissato il prezzo dell’Opa a 0,89 centesimi, determinando così un costo aggiuntivo di 55 milioni di euro. Ora è stato previsto che il 50% di esso sarà a carico di A2A, il socio principale di Delmi, l’altro 50% lo pagherà sempre Edf.
Ma l’extra-costo potrebbe anche essere inferiore alle attese. Infatti, del 20% restante, ben la metà è nelle mani di Carlo Tassara, che non è detto che accetti l’offerta, visto che ha a bilancio un prezzo di carico di 1,49 euro per azione e vendendo a 0,89 euro si ritroverebbe con una minusvalenza di oltre 300 milioni.
Se Tassara non vendesse affatto, ciascuna delle parti potrebbe limitarsi a sborsare non oltre 12-13 milioni. E, intanto, anche A2A è alle prese con il cambio dei manager. I soci di controllo sono i comuni di Milano e Brescia, che nominano 12 dei 15 consiglieri di amministrazione e la cui lista dei candidati è già stata depositata ieri. Pippo Ranci potrebbe essere il prossimo presidente del consiglio di sorveglianza.
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