La giunta dell’associazione ha esaminato ieri una bozza di riforma della struttura di Confindustria, presentata dalla commissione presieduta da Carlo Pesenti. Si tratta di snellire l’organizzazione imprenditoriale, oggi caratterizzata da numerosissime associazione territoriali aggiuntive a quella confindutriale e per un costo complessivo di 500 milioni di euro all’anno. Gli iscritti sarebbero in fuga, dato che un’azienda di 50 dipendenti paga 15 mila euro per fare parte di Confindustria, mentre una da mille intorno a 50 mila euro. Troppi, a fronte di benefici sempre meno visibili e di servizi insufficienti. La proposta di riforma prevede di tagliare i costi del 20-30%.
Ma c’è un’altra questione che preoccupa Confindustria: i conti del Sole 24 Ore. Il quotidiano finanziario è controllato dall’organizzazione al 67,5%, ma come tutti i gruppi editoriali, vive una fase drammatica a livello di entrate, a causa del passaggio dall’informazione cartacea a quella online, con quest’ultima incapace di generare profitti.
Nel 2007, il Sole fu quotato in borsa e valutato 800 milioni. Oggi, Piazza Affari lo capitalizza appena 65 milioni di euro. Dal 2008 ad oggi, il quotidiano ha cumulato perdite per 210 milioni. Per quest’anno, il passivo dovrebbe attestarsi tra 60 e 70 milioni, mentre i ricavi dovrebbero scendere ancora dai 430 milioni del 2012.
In termine di vendite, le copie giornaliere sono crollate ad appena 50 mila, escludendo gli abbonamenti, le vendite speciali e quelle abbinate alla versione digitale.
Si parla di ricapitalizzare il quotidiano, anche se Confindustria non sarebbe intenzionata a mettere mano alla sua liquidità di cassa di 80-90 milioni di euro. Pertanto, l’ipotesi di cedere il prezioso gioiello di famiglia resta in auge, con alcuni nomi dell’imprenditoria pronti a rilevarne le sorti. Si tratterebbe di Diego Della Valle, che potrebbe uscire da Rcs per spostare i suoi interessi sul Sole 24 Ore; di Francesco Gaetano Caltagirone, già a capo di diversi quotidiani minori, nonché di Carlo De Benedetti, che aggiungerebbe alla sua collezione del Gruppo Espresso un altro foglio di prestigio.