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Percorso ad ostacoli per Alitalia, che deve chiudere l’aumento di capitale entro il prossimo 16 novembre. Secondo il quotidiano francese “La Tribune”, le probabilità che Air France partecipi all’aumento da 300 milioni di euro sono nulle. I francesi sarebbero irritati per l’operazione di salvataggio, orchestrata dal governo italiano, che ha visto l’impegno di Poste Italiane per 76 milioni, a garanzia di una quota forte di soci italiani nella compagnia. Air France, oggi al 25%, ma che ha in mano anche bond convertibili per salire fino a un massimo del 29%, potrebbe decidere, quindi, di lasciarsi diluire, non mettendo mano al portafoglio, scendendo così fino a un minimo dell’11%.
In realtà, i francesi non avrebbero abbandonato il piano di controllo di Alitalia, ma lo avrebbero semplicemente rinviato. Parigi si attende una nuova crisi di liquidità all’inizio della prossima primavera, quando con tutta probabilità il governo italiano sarà costretto ad acconsentire a un’acquisizione francese a prezzi da saldi.
Intanto, mentre Alitalia langue con conti in perenne passivo, Air France ha migliorato nel terzo trimestre il suo risultato operativo del 29% a 634 milioni su un fatturato di 7,2 miliardi (+0,4%). Secondo la compagnia transalpina, il miglioramento è stato dato in buona parte dall’apprezzamento dell’euro, che se da un lato ha provocato problemi nella vendita dei pacchetti fuori dall’Eurozona, dall’altro ha abbassato il costo del carburante di 109 milioni nel trimestre.
Preoccupate le banche italiane, con in testa Intesa-SP, la quale insieme a Unicredit si è impegnata a versare fino a 200 milioni di euro. E Cà de Sass è anche azionista di Alitalia. Il consigliere delegato dell’istituto, Carlo Messina, ha affermato che in assenza di una partecipazione di Air France all’aumento, si cercheranno strade diverse.