La notizia aveva fatto sobbalzare molti sulla sedia: la compagnia aerea tedesca Lufthansa ha deciso di chiudere il suo brand italiano, la Lufthansa Italia, a partire dal prossimo novembre, nell’ambito di una più ampia modifica dei piani dell’azienda tedesca per il nostro paese. Subito sono scesi in campo i sindacati, che hanno messo in risalto come per i 150 operatori di terra dello scarico bagagli il futuro non sia affatto assicurato.
Il sindacato ha mostrato invece meno preoccupazione per i passeggeri e gli altri dipendenti della Lufthansa Italia: <<I passeggeri potranno trovare altre compagnie che sostituirà le rotte ora fornite da Lufthansa Italia, così anche per i circa 200 lavoratori di Lufthansa Italia saranno ricollocati nel gruppo>>.
Riguardo al ruolo di Malpensa dopo il riassetto della compagnia aerea, ha parlato il presidente della regione Lombardia Formigoni: «Malpensa ha dimostrato in questi anni di saper crescere nonostante le difficoltà e anche in questa occasione saprà reagire molto bene. Ne sono convinto. […] I numeri sono minimi o comunque contenuti. Si parla di un 2-3% massimo di riduzione del traffico, a fronte di una crescita di Malpensa che in questi anni, dopo l’abbandono di Alitalia, è stata certamente molto più significativa».
Sulle prospettive dello scalo però i sindacati sono meno ottimisti: il segretario della Cgil di Milano ha dichiarato in merito: «Intravediamo il rischio di un ridimensionamento complessivo dell’aeroporto di Malpensa, con possibili pesanti ricadute sia sulla nostra economia che a livello occupazionale, a cominciare dal personale Sea. Ci piacerebbe sapere a questo riguardo, al di là delle trite e ritrite uscite su Milano zingaropoli, cosa pensa di ciò la Lega che a parole dichiara di voler difendere gli interessi del Nord, ma nei fatti si vedono i risultati»
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.