Si allontana l’accordo tra Fiat e il fondo Veba, gestito dai sindacati dei lavoratori Chrysler, in merito alla cessione del 41,5% ancora nelle mani del secondo. Stando alle dichiarazioni dell’ad Sergio Marchionne, questi avrebbero richiesto 5 miliardi di dollari per la quota. Il manager italo-canadese ha risposto ironico che tanto vale che comprino “un biglietto della lotteria”. Gli analisti ritengono che la quota in mano a Veba valga 3-3,5 miliardi di dollari. La querelle sull’esercizio della call option ha portato il Lingotto a fare ricorso al giudice di Delaware, ma a differenza di quanto ci si aspettasse, i tempi per la decisione potrebbero essere molto lunghi (si parla del 2015). Per questo, è probabile che nei prossimi mesi avverrà l’IPO, ossia che una parte del capitale Chrysler oggi dei sindacati sia messa sul mercato. Marchionne ha fatto sapere che ciò non avverrebbe a dicembre, visto che si tratta di un periodo notoriamente poco appetibile per le quotazioni, per cui l’IPO potrebbe slittare al primo trimestre del 2014.
In ogni caso, l’ipotesi di IPO allontanerebbe l’accordo per la fusione tra Fiat e Chrysler, come ha ammesso lo stesso manager. Si tratterebbe non di annullare tale integrazione, bensì di prolungare i tempi previsti.
Nei giorni scorsi, Marchionne aveva annunciato che non avrebbe partecipato al Salone dell’Auto di Francoforte, in corso in questi giorni. Tale dichiarazione aveva fatto pensare che il manager fosse occupato a chiudere un’intesa con Veba entro qualche settimana, ma adesso si scopre che le distanze tra i due sono cresciute. Comunque, Fiat detiene una quota di controllo di Chrysler con il 58,5%, intenta a raggiungere il 100%, se non vi sarà l’IPO.