La Commissione Europea ha diffuso ieri i dati previsionali sull’economia italiana, che dimostrano un peggioramento delle stime, rispetto alle precedenti valutazioni. Quest’anno, il rapporto tra deficit e pil scenderà al 2,9% dal 3% del 2012, mentre nel 2014 dovrebbe attestarsi al 2,5%, quando in precedenza si indicava un rapporto del 2,1% e il governo italiano continua a stimare un più ottimistico 1,8%. Frutto di un peggioramento anche nelle stime per il pil, che nel 2013 scenderà dell’1,3% (-1% nella precedente rilevazione), per salire dello 0,7% l’anno prossimo (+0,8% in precedenza). Roma spera ancora in una crescita del pil dell’1,3% nel 2014. E di conseguenza, anche il debito pubblico continuerà a salire sia quest’anno che il prossimo. Nel 2013 si dovrebbe attestare al 131,4% e l’apice sarebbe raggiunto nel 2014 al 132,2%.
Male anche l’occupazione, con i disoccupati all’11,8% quest’anno e al 12,2% nel 2014. Tuttavia, per quanto pessime, le stime UE risultano migliori di quelle diffuse dall’Ocse il giorno prima, quando indicava un crollo del pil dell’1,5% nel 2013 e una risalita di appena lo 0,5% nel 2014. E per l’istituto di Parigi, l’Italia continuerebbe a sforare il limite del deficit al 3%, attestandosi quest’anno al 3,3% e nel 2014 al 3,8%.
Nonostante questa raffica di dati negativi, ieri la seduta sul mercato secondario dei nostri bond sovrani è stata da incorniciare. I titoli a due anni hanno toccato un rendimento minimo record dello 0,93%, il più basso di sempre, mentre i titoli a cinque anni hanno visto crollare il loro rendimento fino al 2,42%. Analogo il trend per i decennali, che si sono riportati ai livelli di febbraio 2006, rendendo fino a un minimo del 3,67%. E lo spread, dopo avere toccato un minimo intraday di 251 punti base, ha chiuso in ribasso a 258 bp.