Il Tesoro ha ottenuto un successo con il collocamento di ieri di un BTp settembre 2044, ossia di un titolo a trenta anni. L’importo offerto è stato di 6 miliardi, ma le richieste hanno ammontato a 13 miliardi di euro. Ottimo il rendimento, pari a quasi il 5% lordo. Era dal settembre 2009 che l’Italia non emetteva un titolo di così lunga durata, mentre a gennaio di quest’anno era stato collocato un BTp a 15 anni, sempre per 6 miliardi. A febbraio, poi, vi era stata la riapertura del collocamento del BTp settembre 2040, emesso per 900 milioni al rendimento del 5,07%, riscontrando richieste circa il doppio. Con l’emissione di ieri sale a 19 miliardi l’importo dei titoli di stato emessi con scadenza dai 15 anni in su, mentre arriva al 48,7% la quota di debito già rifinanziato per l’anno in corso, rispetto alla stima di una cifra complessiva per 450 miliardi di euro.
Il BTp settembre 2044 rende, dunque, intorno alla cedola offerta, risultando appetibile, se confrontato con il nostro stesso decennale, grazie al fatto che nelle ultime settimane la curva dei rendimenti è diventata più ripida e oggi sui 30 anni rende 80 punti base in più circa della scadenza decennale. Ma soprattutto confrontandolo con il trentennale tedesco si scopre l’appetibilità del nostro bond, visto che il Bund a 30 anni rende intorno al 2,3%. In effetti, lo spread BTp-Bund a 30 anni si attesta in zona 270 punti base, non lontano da quello decennale.
Rispetto, poi, al BTp settembre 2040, il trentennale rendeva ieri 13 punti base in più, sebbene gli analisti avrebbero puntato a un rendimento non oltre i 5-7 bp. Ieri, il BTp settembre 2040 ha chiuso al 4,804, mostrando uno spread con l’omologo tedesco di 256 bp, del tutto simile a quello per la scadenza decennale.