Grande paura sui mercati finanziari. La fine dell’euro potrebbe essere vicina, come ha ammesso lo stesso direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, che ha parlato qualche giorno fa di tre mesi di tempo per salvare l’euro. Intanto, arriva come un macigno la notizia che Moody’s ha declassato il rating della Spagna, portandolo da A3 a Baa3 ed entro i prossimi tre mesi potrebbe ulteriormente retrocedere il giudizio sui Bonos.
In sostanza, il salvataggio da 100 miliardi delle banche spagnole, ad opera dell’Esm, non è servito a rassicurare gli investitori. Al contrario, ora si teme un bailout vero e proprio di Madrid, seguito da quello per l’Italia.
Lo spread BTp-Bund, sul tratto a dieci anni, questa mattina si è subito impennato dopo l’apertura, portandosi a 481 punti base, mentre il differenziale di rendimento decennale tra i Bonos e i titoli tedeschi è a 537 punti base, con i titoli spagnoli ormai a rendere il 6,85%, vicinissimi alla soglia del 7%.
A livello politico, il presidente francese François Hollande sta preparando un piano da presentare al vertice di Bruxelles, che raccoglierà i consensi di Madrid e Roma. Si tratta della centralizzazione dei controlli bancari, affidandoli alla BCE, mentre si punta anche a ristabilire il piano di acquisto dei bond pubblici sul mercato secondario, sospeso da quattro mesi, per l’opposizione netta dei tedeschi.
E’ ovvio che queste soluzioni vanno in contrasto con i cardini della politica di Berlino, per cui il rischio è che il vertice di fine giugno sia un ennesimo buco nell’acqua, che i mercati punirebbero con un’ondata di vendite come non mai. Sullo sfondo resta anche la questione delle elezioni in Grecia di domenica prossima, che potrebbero confermare la vittoria delle forze contrarie al Memorandum. Un coacervo esplosivo di elementi, che portano dritti alla crisi di borse e spread.
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