Il Rapporto Giarda è pronto e dovrebbe essere presentato oggi al consiglio dei ministri. Si tratta di uno studio che mira a tagliare la spesa pubblica, sia per evitare che dal mese di ottobre debba essere incrementata l’aliquota IVA più alta dal 21% al 23%, sia per reperire risorse per centrare il pareggio di bilancio nel 2013 (previsto un +0,5%), sia ancora per avere qualche spicciolo da dedicare al finanziamento della crescita.
Su quest’ultimo punto è chiara una sola cosa: non ci saranno quattrini per tagliare le tasse, come chiedeva il PDL e così la pressione fiscale dovrebbe salire già nel 2012 al 45,4%.
La BCE ha invitato il governo italiano a razionalizzare la spesa un pò in tutti i comparti, compresi Istruzione, Sanità e Difesa. Ma l’attenzione si concentra sulle province, che Francoforte vorrebbe fossero eliminate, in linea con le promesse iniziali dell’esecutivo tecnico.
E Monti sarebbe indeciso tra un taglio radicale o un loro accorpamento, così come si studia una riduzione del numero delle prefetture, che oggi sono una per provincia. L’ipotesi sarebbe di crearne una per ogni 350 mila abitanti. Tagli anche alla difesa, con 30 mila militari e 10 mila civili in meno.
Per l’istruzione, preso atto che il 90% è spesa per stipendi, quindi, non comprimibile, il restante 10% potrebbe essere tagliato fino al 15%, ossia sarebbe ridotta la spesa in beni e servizi.
Per evitare di dovere innalzare l’IVA da ottobre bisognerà trovare 4 miliardi di euro, ma i veti incrociati tra i partiti rendono difficile qualsiasi tipo di taglio alla spesa pubblica e lo spirito riformatore dell’esecutivo sembra essersi dissolto con il trascorrere dei mesi.
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