L’agenzia di rating S&P ha rivisto ieri al ribasso le stime sul pil italiano, che quest’anno dovrebbe scendere dell’1,9%, rispetto all’1,4% precedentemente previsto a marzo. Secondo l’istituto, la ripresa nel 2014 sarà molto debole, pari allo 0,5%, contro lo 0,4% stimato a marzo. In ogni caso, i consumi andranno male, visto che scenderanno quest’anno del 3%, dopo essere diminuiti del 4% nel 2012. E anche l’export si dimostrerebbe debole e deludente, crescendo soltanto dello 0,5% nel 2013 su base annua. Sono questi in sintesi i dati di S&P, che ha tagliato anche le previsioni per la Germania, che quest’anno dovrebbe crescere di appena lo 0,4%, contro lo 0,8% della stima di marzo. E l’agenzia parla di una recessione, che nell’Eurozona dovrebbe toccare il fondo proprio nel trimestre in corso, per essere seguita da una risalita lenta nei prossimi trimestri. Un pò più lontana la ripresa per l’Italia, che comunque dovrebbe essersi messa alle spalle il peggio.
I dati di S&P sono in linea con quelli pubblicati del Centro Studi di Confindustria, per cui i consumi diminuiranno quest’anno in Italia del 3% e dello 0,3% l’anno prossimo, mentre le esportazioni cresceranno del 3% e del 2,6% rispettivamente.
Lo stesso ufficio ha calcolato che alla fine di quest’anno i consumi interni risulteranno essere diminuiti dell’8,1%, rispetto al livello raggiunto nel 2007, l’anno pre-crisi, pari a 3.660 euro in meno all’anno o a un mese e mezzo di spesa in meno a famiglia.
Allarme Confindustria sulla pressione fiscale, che quest’anno toccherà la punta record del 53,6%, se calcolata al netto dell’economia sommersa. Vale a dire che su chi paga le tasse, queste pesano per oltre la metà del loro reddito.