Prende corpo il redditometro, il nuovo strumento di verifica fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate, che negli ultimi giorni ha introdotto alcune novità di rilevante interesse, apportando modifiche molto sostanziali all’impostazione iniziale prevista, che aveva allarmato e non poco l’amplissima platea dei contribuenti italiani. La prima novità riguarda i pensionati: coloro che percepiscono la pensione quale unica fonte di reddito non saranno mai sottoposti al redditometro. La seconda riguarda tutti: saranno potenzialmente oggetto di verifica solo i nuclei familiari che hanno mostrato un livello di spesa (anche sulla base delle tabelle statistiche) superiore di almeno 12 mila euro all’anno, rispetto al reddito dichiarato. Esempio: spendo 25 mila euro nel 2012, ma ne dichiaro 10 mila. Posso essere sottoposto a verifica, anche se avrò in ogni caso modo di dimostrare che almeno parte della maggiore spesa in consumi è data da redditi tassati alla fonte (interessi su c/c, obbligazioni, etc.) o frutto di regali o donazioni.
Ma se, ad esempio, spendo 20 mila euro e ne dichiaro 12 mila, malgrado i consumi superino il reddito di oltre il 20% (impostazioni imperante fino a qualche giorno fa), la verifica non potrà scattare ugualmente, perché la differenza (8 mila euro) rientra nella franchigia dei 12 mila euro.
L’Agenzia ha fornito anche le tabelle sulle soglie di reddito dichiarato, sotto le quali si è a rischio controllo con il redditometro. Per una famiglia-tipo, composta da una coppia e due figli, il reddito minimo sopra cui non scattano i controlli è di 12.647 euro all’anno per il Nord Est; di 14.184 euro annui per il Nord Ovest; di 9.971 euro per il Centro; di 7.970 euro per il Sud e di 4.579 euro per le Isole.
Solo dichiarando meno di tali redditi, si potrà incappare in un controllo del Fisco con il metodo del redditometro. La stessa Agenzia, poi, ha fornito le tabelle anche per le spese presunte e distinte a seconda del tipo di nucleo familiare e dell’ambito macro-regionale in cui si risiede.