Per l’ottavo trimestre consecutivo, il pil italiano è risultato in calo. Si tratta della recessione più lunga dal Secondo Dopoguerra e certamente da quando sono iniziate le serie storiche dal primo trimestre del 1990. Lo conferma l’Istat, secondo cui nel periodo aprile-giugno di quest’anno, il pil è risultato in calo dello 0,2% congiunturale e del 2% su base annua. Per trovare un dato positivo bisogna risalire al secondo trimestre del 2011, quando il pil crebbe di appena lo 0,1%. Ad oggi, la variazione acquisita del pil nel primo semestre è del -1,7%, superiore alla stima ufficiale del governo, ferma al -1,3%. Ciò significa che se non ci saranno variazioni su base congiunturale nei restanti due trimestri, il pil risulterà nel 2013 in calo dell’1,7% sul 2012. La recessione, quindi, dura da ben due anni, anche se il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha parlato di ritorno alla crescita a partire dal trimestre in corso.
Qualche timida speranza arriva dai dati della produzione industriale, diffusi sempre ieri dall’Istat. A giugno, la produzione è cresciuta dello 0,3% su maggio, anche se rimane negativa su base annua (-2,1%). Di fatto, è il 22esimo calo consecutivo. Bene il comparto auto, che registra una crescita del 7,4% su base annua, ma su base semestrale risulta ancora in calo del 6,4%.
E il vertice di ieri tra il premier Enrico Letta, il ministro Fabrizio Saccomanni e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha esitato note positive sulla presunta luce in fondo al tunnel della recessione, sebbene proprio l’incontro fosse stato organizzato per fugare ogni dubbio sull’impatto negativo della possibile crisi politica sulla ripresa dell’economia.