Domani sera, sapremo se alle elezioni politiche in Grecia avranno prevalso i partiti favorevoli al Memorandum, ossia al protocollo d’intesa sulle misure di austerità chieste dalla UE, o se al contrario vincerà Syriza, attestandosi al primo posto. Pur essendo vietati da due settimane, gli ultimissimi sondaggi darebbero i conservatori in testa su Syriza, anche se il margine non sarebbe tale da potere rassicurare gli investitori.
In ogni modo, ieri i leader del G20 si sono sentiti in via preliminare in teleconferenza, in attesa del vertice di lunedì in Messico. E’ stato concordato un piano, per cui già da domani sera le banche centrali sarebbero pronte a immettere e garantire tutta la liquidità possibile sui mercati, al fine di evitare che si diffonda il panico, nel caso vincesse la sinistra radicale e contraria alle misure di austerità.
Questa notizia, insieme alla pubblicazione dell’ultimo sondaggio, ha rianimato un pò le borse ieri, con lo spread BTp-Bund in calo sotto i 450 punti base.
Intanto, la battaglia elettorale ad Atene si è chiusa con il leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras, il quale ha ribadito ai greci di volere uscire dalla crisi, non dall’euro e che un ritorno alla dracma sarebbe un salto indietro di 50 anni.
Dal canto suo, il leader di Syriza, Alexis Tsipras, ha assicurato che in caso di vittoria, la Grecia non uscirebbe dall’euro, ma chiederebbe la rinegoziazione del Memorandum e imporrebbe una nazionalizzazione delle banche, al fine di stabilizzare l’economia e farla uscire dalle secche della crisi.
In realtà, il voto di domani è più un referendum pro o contro l’euro. Questo potrebbe indurre i greci a favorire i partiti favorevoli al Memorandum, ma in ogni caso sarebbe molto difficile attuare ulteriori misure di risanamento. Chiunque vinca!