Le previsioni di Confcommercio sullo stato dell’economia nel 2013 sono drammatiche. Quest’anno, il pil dovrebbe scendere dell’1,7%, dopo il crollo del 2,4% dello scorso anno. La domanda interna dovrebbe calare del 2,4%, mentre gli investimenti del 3%. In discesa ancora una volta il reddito disponibile del 2%, per effetto dell’aumento della pressione fiscale, salita al 2013 di un altro punto percentuale del pil sul reddito dichiarato, ossia al 53,6%. Ogni giorno l’esercito dei poveri cresce di 615 unità. Dal 2007 ad oggi, il pil è diminuito di 100 miliardi e se non si considerassero le esportazioni nette, il dato crescerebbe a 140 miliardi; in cinque anni, il reddito pro-capite degli italiani è sceso di 2.600 euro. Male l’occupazione. Il presidente Carlo Sangalli fa notare come la Germania abbia una popolazione del 30% superiore alla nostra, ma vanta un numero di occupati quattro volte maggiore nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni.
Per questo, l’associazione dei commercianti chiede che si dia vita al più presto a un governo e si eviti di tornare al voto, cosa che sarebbe drammatica in questa fase.
Tra le misure caldeggiate per tamponare la crisi figurano lo sblocco di almeno parte dei debiti che lo stato ha nei confronti delle imprese, lo stop all’ipotesi di aumentare l’IVA dal mese di luglio, maggiore semplificazione e fisco equo.
Tra gli indicatori presi in considerazione da Sangalli v’è anche l’indice di miseria, che comprende non solo i tassi di disoccupazione e inflazione, ma anche i lavoratori cassintegrati e i cosiddetti “scoraggiati”, ossia coloro che vivono ai margini del mercato del lavoro e hanno perso fiducia nella possibilità di trovare un’occupazione, rinunciando anche a cercarlo.