Nasce Trise, la nuova imposta locale, che sostituirà la Tares e l’IMU. Lo prevede la bozza della legge di stabilità del governo. Si tratta di un’imposta in quattro rate, che i comuni dovrebbero far pagare a gennaio, aprile, settembre e dicembre. La Trise prevede che per la parte che sostituisce la vecchia tassa sui rifiuti solidi urbani (Tares/Tarsu), il costo del servizio dovrà essere coperto interamente dal contribuente. Per gli abitanti di molti comuni si tratterà di una stangata, visto che in molte realtà locali il costo veniva coperto solo parzialmente dalla tassa.
La vera novità, però, riguarda la parte della Trise che andrà a sostituire l’attuale IMU su prime e seconde case. Il testo del governo prevede che la somma tra ex Tares e nuova IMU preveda un’aliquota massima dell’1% maggiore all’attuale aliquota massima prevista dall’IMU sul valore catastale. In sostanza, le prime case non potranno pagare più del 7 per mille, le seconde abitazioni fino a un massimo dell’11,6 per mille. L’imposta coprirà anche i costi indivisibili dei comuni, come l’illuminazione pubblica.
I comuni delle grandi città potrebbero dover applicare per la nuova IMU della Trise un’aliquota minima dell’1 per mille del valore catastale (rendita x 165). I comuni delle realtà minori potrebbero essere chiamati ad applicare una tassazione minima di un euro per metro quadrato, anche se i sindaci potranno decidere se esentare del tutto o meno le prime case. Infine, i sindaci potranno anche aumentare tanto l’aliquota minima dell’1 per mille, quanto l’euro per metro quadrato, ma restando nei limiti massimi complessivi previsti dalla clausola di salvaguardia.