Il risultato delle elezioni politiche italiane desta molte preoccupazioni all’estero e tra gli investitori. Ieri, l’agenzia di rating Moody’s ha comunicato la probabilità di un nuovo declassamento dei nostri conti pubblici, qualora l’Italia dimostrasse di non essere in grado di attuare le riforme economiche necessarie o se non si dovessero intravedere miglioramenti sul fronte della crescita. L’agenzia ha già un outlook negativo sul nostro debito, a cui ha assegnato a luglio il rating Baa2.
Lo spettro dell’ingovernabilità aleggia sui mercati, tanto che Piazza Affari è sprofondata ieri del 4,89%, con lo spread volato a 345 punti base e i rendimenti dei nostri BoT semestrali all’asta schizzati all’1,237%, circa 50 punti in più di un mese fa.
Il clima è tesissimo, come dimostra anche un report di Mediobanca Securities, che parla di una situazione trasformatasi da “commedia all’italiana a tragedia greca”. In sintesi, l’analisi dell’istituto vorrebbe che la soluzione più probabile e auspicabile fosse una Grosse Koalition PD-PDL, a cui si assegna una probabilità del 70%. Tuttavia, non sono esclusi altri scenari meno desiderabili e in ogni caso si sottolinea come l’Italia non sia la Germania.
Si evidenzia, poi, che oltre la metà degli italiani hanno votato contro l’austerità, cosa che crea un problema alla Germania, dato che il prossimo governo non potrà essere filo-tedesco alla Monti per forza di cose.
Mediobanca parla anche di “tempesta perfetta”, riesumando un’espressione temibile utilizzata la scorsa estate dall’economista e Professore alla NYU, Nouriel Roubini, per indicare il tracollo dell’Eurozona.
Anche oggi potrebbe essere una seduta di passione in borsa e lo stesso spread potrebbe risentire ancora più negativamente della mancata apertura di Bersani alla maggiore forza di opposizione, il PDL, che al Senato conta quasi lo stesso numero di seggi del PD.