La reintroduzione dell’ICI-IMU sulla prima casa e l’inasprimento fiscale sulle seconde abitazioni sono già un fatto assodato. A partire dal 2012, tutti i proprietari degli immobili dovranno pagare l’imposta, anche se si tratta di una casa a scopo di prima abitazione, anche se la politica delle detrazioni ha un pò attutito la botta in arrivo.
Ma non è finita. Il premier sembra essersi accanito contro gli immobili, che in effetti rappresentano una manna per lo stato, da colpire senza che vi sia il pericolo di fuga, come accade con i redditi e i capitali, che scappano all’estero o non vengono dichiarati, quando sono tassati eccessivamente.
Ecco che spunta un’idea che fu di Prodi nel 2006, ma che poi non poté essere applicata, essendo caduto il suo governo: la riforma del catasto. Ad oggi, esso è fermo ai dati del 1989, ma si calcola che i valori attuali degli immobili siano pari a 3,73 volte in media di quelli dichiarati al catasto.
Quindi, per avvicinare il catasto alle valutazioni di mercato, avverrà questo tipo di rivalutazione, che il governo promette non significherà maggiori tasse per il contribuente. Ma per essere una riforma a impatto zero sui proprietari degli immobili, sarebbe necessario che il governo diminuisse della stessa proporzione le aliquote. Lo farà?
Anche il canone di locazione, si calcola, che sia mediamente sei volte in meno rispetto a quello dichiarato con la rendita catastale. Se vi fosse la rivalutazione, si tratterebbe di una vera botta per i proprietari di seconde case.
La riforma dovrebbe passare per una modifica dell’accatastamento, che non sarebbe più per A1, A2, etc., ma si baserebbe sulla dislocazione degli immobili all’interno delle aree urbane, distinguendo tra zone di pregio e zone più periferiche. Infine, non più la classificazione per vani, ma in metri quadrati.