Accelera il calo del mercato immobiliare in Italia nel primo trimestre del 2013. Secondo l’Istat, rispetto al trimestre precedente si è registrata una variazione negativa dei prezzi degli immobili venduti dell’1,2%, mentre su base annua il calo è stato del 5,7%, maggiore del -5,2% dell’ultimo trimestre del 2012. Si tratta del sesto calo congiunturale consecutivo e del quinto su base annua. E già nei primi tre mesi dell’anno, le compravendite sarebbero diminuite del 14%, stando ai dati dell’Agenzia delle Entrate, dopo il -25,7% registratosi nel 2012, anno in cui il valore delle transazioni del mercato immobiliare è crollato di ben 27 miliardi di euro.
A livello europeo, invece, il mercato immobiliare registra una crescita dell’1,4% a 615 miliardi euro entro la fine dell’anno. Guida la classifica la Germania, che con un fatturato previsto a 178,35 miliardi conquista una fetta del 29%, mentre l’Italia si ferma a 115 miliardi e con una quota del 19% del totale.
Ovviamente, il dato generale è frutto di grosse differenze interne al Vecchio Continente. Va bene il Nord Europa e la Turchia, male il Sud. Ma anche all’interno degli stessi stati le realtà non sono omogenee, come nel caso del Regno Unito, dove cresce quasi esclusivamente il comparto residenziale di Londra. In Spagna, invece, nonostante il crollo dei valori immobiliari sia generalizzato, soffre meno il residenziale di lusso.
Uffici e immobili industriali risentono più direttamente della crisi economica, sebbene il trend dei primi sia più stabile. In generale, però, anche in questo caso le cose vanno meglio al Nord, mentre si assiste a un maggiore interesse della domanda per gli immobili primari, a discapito di quelli secondari. I canoni di locazione degli uffici mostrano una certa vivacità a Londra, Istanbul, Mosca e nelle principali città tedesche.