Mediobanca cederà presto anche la quota residua ancora detenuta in Rcs Mediagroup, oggi pari all’11% del capitale di quest’ultima, in calo dal 14% precedente. Lo prevede il nuovo piano industriale, secondo cui entro il 2016 saranno azzerate tutte le partecipazioni non core, mantenendo solo il 10% in Generali.
Via anche da Telecom, visto che Piazzetta Cuccia conferma pure la volontà di cedere il 7,34% in Telco, la holding che controlla la compagnia telefonica italiana al 22,4%. E’ molto probabile, come da accordo, che l’istituto venderà la quota ai soci spagnoli di Telefonica.
Ma Mediobanca è intenzionata a cedere tutte le altre partecipazioni, come in Pirelli, Gemina, Italmobiliare, Edipower e Sintonia. Il valore complessivo delle quote nelle controllate ammontava alla fine del 2013 a 5 miliardi di euro.
Rivoluzione anche per la governance. I manager passeranno da 5 a 3, restando solo l’ad Alberto Nagel, il presidente Renato Pagliaro e il direttore generale Francesco Saverio Vinci. Il consiglio di amministrazione sarà ridotto da 23 a 13-15 posti, mentre il comitato esecutivo sarà eliminato. Infine, anche i patti parasociali subiranno una svolta, con l’eliminazione dell’attuale tripartizione in gruppo A dei soci bancari, gruppo B dei soci industriali e gruppo C dei soci esteri.
Rcs perde così uno dei suoi maggiori azionisti, dopo che anche il Banco Popolare ha annunciato la cessione del suo 0,91% alla Pandette della famiglia Rotelli. Pare che il gruppo editoriale non sia più avvertito come il salotto buono della stampa nazionale, in grado di influire su politica, finanza e imprenditoria in Italia. O almeno, per molti suoi azionisti, il gioco non varrebbe più la candela, vista la crisi della carta stampata degli ultimi anni.