La presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, detta la linea che si auspica le istituzioni e tutto il mondo del lavoro italiano seguano per proseguire sulla strada della ripresa, che al momento stenta a decollare: dobbiamo seguire il modello della Germania, basato su un’elevata produttività e una maggiore flessibilità.
Questi due aspetti, grazie anche alle deroghe ai contratti, tanto criticate in Italia, sostiene uno studio della Fondazione Rodolfo De Benedetti, hanno permesso al paese guidato dalla Merkel di contenere l’aumento della disoccupazione nel 2009, +0.2% nonostante un calo del 5% del Prodotto Interno Lordo, mentre nel 2010 la ”locomotiva europea” ha messo a segno un ottimo +3,6%.
La rappresentante degli industriali ha subito preso la palla al balzo per quanto riguarda la produttività, il cui aumento c’è ed è lento, che deve essere la base per la ripresa italiana, mentre è stata più cauta per quanto riguarda le deroghe ai contratti nazionali, dato che ha dichiarato: «La deroga va utilizzata nella logica di unire la contrattazione aziendale con un maggiore livello di produttività e pagare più salario» e ha ammesso implicitamente che la Confindustria si è trovata spiazzata dalle scelte della Fiat di uscire dai contratti nazionali per Mirafiori e Pomigliano, dicendo: «stiamo ragionando sul tema dell’opting out, cioè contratti collettivi aziendali in deroga a quelli nazionali, una questione innescata anche dai contratti Fiat di Pomigliano e Mirafiori».
La possibilità del cosiddetto opting out in Germania è possibile dal 2005 e gli industriali sostengono abbia aiutato molto le aziende nel corso della crisi, senza scardinare il sistema sindacale.
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