Continua a fare discutere la riforma delle pensioni già varata dal governo a dicembre e subito approvata in Parlamento. Come spesso capita, la fretta non è buona consigliera e sulle pensioni si è creato un grosso pasticcio, che si trascina da mesi. Sappiamo, infatti, che le nuove regole per andare in pensione sono molto più restrittive di quelle in vigore fino alla fine del 2011 e che in parte saranno vigenti fino alla fine di quest’anno.
Tuttavia, è accaduto che nei mesi precedenti alla riforma, migliaia e migliaia di lavoratori avevano accettato di ritirarsi dal lavoro con le vecchie regole, incentivati da accordi tra aziende e governo, sottoscritti al tavolo del ministero del Welfare.
Quando a dicembre le regole sono state riscritte, questi lavoratori “esodati”, ossia già usciti dal mondo del lavoro, in attesa di ricevere la pensione, si sono ritrovati in un limbo: senza un lavoro e senza una pensione. Per questa, dovranno aspettare fino a sei anni in più.
Un dramma sociale, che non si sa ancora bene quanti lavoratori riguardi. Il governo ha appena approvato un decreto per 65 mila di loro, al fine di derogare in loro favore alle regole generali. Tuttavia, i vertici Inps hanno diramato un paio di giorni fa alcuni dati, per cui gli esodati sarebbero 390 mila.
Quest’ultima cifra gira da tempo, ma il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, è esplosa di rabbia contro il presidente Antonio Mastrapasqua e i suoi dirigenti dell’istituto, sostenendo che se si fosse trattata di una società privata, essi sarebbero stati già licenziati. Motivo? Hanno detto la verità. I lavoratori del suddetto limbo sarebbero quasi 400 mila, ma il governo non ha soldi per coprire tutti. Lo ammette una nota ufficiale dello stesso Palazzo Chigi, quando afferma che l’esecutivo è consapevole che con il decreto non saranno risolti i problemi di tutti i lavoratori coinvolti in questa situazione.
Il pasticcio l’ha creato il governo. Ha voluto fare il volto feroce contro i pensionati e adesso non sa come rimediare a una riforma scriteriata.
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