on è la rivoluzione che ci si attendeva, ma comunque ci sarebbero lo stesso alcune novità sulle farmacie nel decreto che approderà domani al Consiglio dei ministri e che riguarda il cosiddetto pacchetto liberalizzazioni.
Se si era inizialmente parlato di abbassare ogni 2.500 abitanti la soglia per aprire un punto vendita, adesso il quorum dovrebbe essere 3.000 per i Comuni sopra i 9 mila abitanti. Basterà l’eccedenza di 501 abitanti, per fare aprire un nuovo esercizio.
Sotto i 9 mila abitanti, le farmacie possono aprire nel rapporto di uno a tremila, ma la soglia di eccedenza è di 1.501 abitanti. In sostanza, una seconda farmacia potrebbe aprire solo quando scattano i 4.501 abitanti.
L’effetto di questa norma sarebbe la possibilità di aprire da 2 a 3 mila nuovi punti vendita in tutta Italia, mentre le regioni avranno l’obbligo di assegnare le nuove licenze con concorso. Qualora alla data dell’1 marzo del 2013 non risulti assegnato almeno l’80% delle nuove licenze, saranno liberalizzate le vendite dei farmaci di fascia C, che così potranno essere venduti anche nelle parafarmacie e nei supermercati.
Altro punto è la libertà di praticare gli sconti su tutti i farmaci e di stabilire in autonomia gli orari di apertura. Niente più turni obbligatori tra i punti vendita, quindi, ma libertà di aprire e chiudere agli orari che si ritiene più adatti, cosa che dovrebbe comportare possibilmente un allungamento dell’orario e dei giorni di apertura al pubblico.
Infine, il medico ha l’obbligo di indicare nella ricetta il nome del farmaco generico di riferimento, anche se per Federfarma si tratterebbe di una norma inutile, visto che già oggi lo stato rimborsa solo il prezzo più basso.
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