Se fino a pochi giorni fa erano insistenti le voci di una uscita della Grecia dall’euro, oggi lo scenario si è arricchito di un capitolo alquanto inedito. Posto che la posizione di Atene non si è risolta per il solo effetto elettorale, adesso è la Finlandia che medita di uscire dall’Eurozona. Vanno in questa direzione le dichiarazioni del ministro delle Finanze, Jutta Urpilainen, che ha rivelato a un quotidiano finnico di essere consapevole dei vantaggi che l’euro comporta per Helsinki, ma che al contempo il Paese non sarà disposto a legarsi a ogni costo all’Eurozona.
Una minaccia vera e propria di dire addio all’Area Euro da parte di una delle sue economie più virtuose, che sembra essere la risposta estrema all’esito dell’Eurogruppo dello scorso weekend. Sono due i punti più contestati dal governo di Jyrki Katainen. Il primo riguarda gli aiuti alle banche spagnole. Helsinki chiede che Madrid rilasci colleterale a garanzia dei prestiti ottenuti. Secondo, la Finlandia è contraria al fatto che l’Esm possa acquistare i titoli di stato delle economie a rischio.
Ma crea più di un imbarazzo anche la scelta di Cipro di chiedere aiuti finanziari alla Russia. Per l’esattezza dovrebbero essere cinque i miliardi, dopo i 2,5 miliardi già ottenuti da Nicosia nel 2011. Malgrado manchi la conferma ufficiale, l’annuncio è stato dato da Mosca, che ha assicurato di studiare la richiesta.
Il presidente cipriota Demetris Christofias, che ha appena assunto la presidenza UE, ha parlato di aiuti necessari per le scelte sbagliate dell’Europa. In particolare, Nicosia ritiene di essere stata travolta dalla crisi per le forti esposizioni al sistema bancario greco, specie dopo la ristrutturazione del debito pubblico ellenico, con perdite molto alte per gli investitori privati.