Poveri onorevoli, la loro indennità è bassa. Eppure i cittadini italiani la percepiscono in altro modo. È stata istituita una commissione per capire se è vero che gli stipendi degli onorevoli siano davvero così alti.
Secondo l’ufficio di presidenza di Montecitorio, i dati dell’organismo guidato del presidente dell’Istat dimostrano che i nostri parlamentari hanno uno stipendio più basso rispetto a quelli dei loro colleghi di Paesi più ricchi dell’Unione. Tra deputati e senatori scappano commenti all’insegna di scetticismo e sarcasmo sui risultati della commissione guidata da Giovannini.
L’ufficio di presidenza della Camera sostiene che dal lavoro degli esperti sono arrivati dati “provvisori e di qualità insufficiente” e che i deputati prenderanno le loro decisioni autonomamente, ma soprattutto che le indennità degli eletti alla Camera sono più basse che all’estero. Sono pari mediamente a 5.000 euro” comunica l’ufficio stampa di Montecitorio. “La cifra di 11.283,28 euro mensili è riferita infatti al lordo delle ritenute previdenziali, fiscali e assistenziali. Il netto risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento”.
Il presidente del Senato contesta anche lui il documento della Commissione sostenendo che i dati forniti, sono provvisori e di qualità insufficiente. Le decisioni sui tagli saranno prese dal consiglio di presidenza, unico organo deputato a decidere sulla materia.
Alcuni esponenti del PDL hanno proposto di affidare il completamento del lavoro della commissione a “Rizzo e Stella”, i due giornalisti famosi per il libro “La casta” che ha raccontato dei costi e degli sprechi della politica. Altri hanno concordato sul fatto che la loro indennità in Europa è la più bassa, non solo come somme da destinare ai collaboratori, ma come stipendio netto. Qualcuno si è spinto a criticare la commissione, caduta in un bluff, visto che i parlamentari italiani sono pagati meno rispetto ai loro colleghi francesi, tedeschi e inglesi.
Dal PD si puntualizza che non bisogna stigmatizzare pensando che i parlamentari siano la causa di tutti i mali, ma perseguire l’obiettivo di abolire i privilegi evitando di fomentare l’antipolitica. Qualcuno ha criticato l’autorevolezza della commissione, che ha fornito dati incompleti e inattendibili, chiedendo, paradossalmente, altri 3 mesi di approfondimento.
Il Terzo Polo sostiene che non occorre puntualizzare l’entità delle indennità parlamentari, ma basterebbe diminuire il numero dei parlamentari. L’Italia dei Valori ha detto di voler eliminare ogni tipo di privilegio per i parlamentari, in linea con le richieste che sono state fatte al Paese. Anche per i Verdi i tagli vanno fatti senza se e senza ma.
Anche Giovannini ha difeso il suo operato dicendo di aver affrontare delle difficoltà legate alle diverse strutture retributive dei vari paesi, cercando di tenere conto non solo delle indennità ma anche di altri aspetti come le spese di rappresentanza, beni e servizi, tutti elementi trattati in modo diverso nei vari paesi.
Eppure il calcolo della media europea vera delle indennità era già stata fatta, da anni, al Parlamento europeo e basterebbe applicare quel modello a Camera e Senato. Ma le polemiche, sui tagli ai costi della politica, sono destinate a continuare.
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