La Ducati è pronta a un’offensiva su grande scala per il mercato cinese: infatti il paese più popoloso al mondo, insieme a tutti i paesi dell’estremo oriente che stanno acquisendo benessere economico, sono affascinati dallo stile, spesso italiano, e sono pronti a pagare gli altissimi dazi sulle moto importate che la Repubblica Popolare impone pur di possedere un gioiellino italiano.
Se a questo si aggiunge che la Cina dovrebbe rivedere a breve la sua complessa normativa sull’uso delle moto, in emilia vogliono essere già presenti nel mercato al momento del previsto boom.
Il modello su cui si è deciso di puntare sarà a Diavel, dato che, come sottolinea l’Amministratore Delegato del gruppo, Gabriele Del Torchio «È un modello molto adatto a questa parte del mondo, perché è potente, innovativo, sportivo, ma al tempo stesso è anche facile da guidare per chiunque».
Il piano p ambizioso, dato che prevede l’apertura di uno stabilimento in Thailandia per produrre le moto per i mercato asiatici (previsto per novembre). Continua Del Torchio «Oggi la Cina con 18 milioni di moto vendute ogni anno è il principale mercato del mondo. Certo, è ancora un mercato povero, paragonabile per molti aspetti a quello italiano del Dopoguerra, quando la Ducati produceva il Cucciolo. Ma rappresenta comunque una grossa opportunità di sviluppo anche per i produttori di alta gamma. Ecco perché abbiamo scelto Shanghai come centro di coordinamento delle attività asiatiche del gruppo».
La Ducati può essere considerata l’ennesima eccellenza italiana che si fa valere oltre i confini.
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