L’inflazione nell’Eurozona per il mese di gennaio si sarebbe attestata allo 0,7% su base annua. Lo dicono le stime preliminari dell’Eurostat, che dovranno essere confermate a metà mese. Rispetto allo 0,8% di dicembre si è trattato di una decelerazione e del dato più basso dal 2009. Gli analisti avevano previsto una lieve accelerazione a +0,9%, ma la sorpresa è arrivata da Germania e Spagna, dove l’inflazione è stata inferiore alle attese. Nella prima, il tasso è aumentato su base annua dell’1,2% ed è sceso dello 0,7% da dicembre, quando ci si attendeva una crescita annua dell’1,3% e un calo congiunturale dello 0,6%. In Spagna, l’indice armonizzato dei prezzi è risultato crescere solo dello 0,3% a/a e dello 0,2%, considerando il paniere nazionale.
Due giorni fa, la BCE aveva diffuso i dati sull’aggregato monetario M3, quello che viene costantemente monitorato da Francoforte per stimare l’inflazione nel medio termine.
Nonostante una lieve accelerazione a +1,5% annuo a novembre, la crescita trimestrale è risultata in calo all’1,7% dal precedente +1,9% del trimestre terminato in ottobre.
Stando a questi dati, considerando che anche in Germania i prezzi sono ormai abbastanza freddi, la BCE potrebbe decidere di abbassare ulteriormente i tassi alla prossima riunione del board di giovedì 6 febbraio.
La Bundesbank avrebbe già acconsentito che la BCE provveda a una manovra più espansiva a livello monetario, evitando la sterilizzazione obbligatoria degli importi assegnati alle banche alle aste.
Il timore reale è che l’Eurozona scivoli verso la deflazione. Se in Grecia, Lettonia e Cipro è già una realtà, in Spagna, Italia, Bulgaria, Francia e altri potrebbero presto materializzarsi, essendo i prezzi abbastanza statici da mesi.