Enrico Giovannini, presidente dell’Istat e curatore del lavoro sui costi dei parlamentari in Europa spiega al Tg1 che ha incontrato diverse difficoltà. “In primo luogo è molto diverso il modo con cui il costo complessivo di un parlamentare viene calcolato.
L’indennità base può essere più alta, ricordiamo che parliamo di importi lordi, poi la tassazione può determinare variazioni mentre, per le altre spese, i parlamentari italiani hanno compensi inferiori soprattutto sono inferiori quelli per i collaboratori”. Giovannini spiega quindi che questi parametri non possono essere utilizzati per determinare i tagli da apportare.
Spiega inoltre che “d’altra parte i presidenti di Camera e Senato hanno chiaramente indicato che, utilizzeranno questi dati per entrare nel dettaglio e fare delle nuove proposte. La nostra evidenza mostra le differenze e quindi sono sicuro che queste differenze verranno utilizzate per prendere le decisioni”.
Altro punto dolente dell’analisi della commissione é quello della selva di enti, delle commissioni Garanti che agiscono in Italia. “Sono oltre 31 le tipologie di enti, compresi anche le Province, i Comuni, le Regioni che noi dobbiamo prendere in considerazione e qui la differenza è ancora maggiore, ci sono ad esempio alcuni enti in Italia, pensiamo al Consiglio Superiore della Magistratura, che non hanno eguali in altri Paesi, oppure ci sono enti che, formalmente hanno lo stesso titolo, ma che, svolgono funzioni molto diverse. Per questo la Commissione sta ancora lavorando, abbiamo tempo fino al 31 marzo, per dare i risultati definitivi”.
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.