Il direttore generale dell’agenzia di rating Fitch, Edward Parker, ha affermato che la Grecia sarebbe avviata a dichiarare default entro il mese di marzo, perché tra due mesi è in scadenza un bond da 14,4 miliardi di euro, che Atene non sarebbe in grado di onorare. In ogni caso, spiega l’economista, anche se le trattative tra governo e creditori dovessero esitare la rinegoziazione dei titoli di stato, saremmo di fatto in una situazione di default.
E sempre da Fitch si fa sapere che entro la fine di gennaio, l’Italia dovrebbe essere declassata. Al momento, infatti, l’agenzia mantiene un giudizio più altro degli altri due istituti, Moody’s e Standard & Poor’s.
Dagli USA, il quotidiano finanziario The Wall Street Journal ha pubblicato un articolo su un presunto piano allo studio per affrontare l’emergenza di Atene e che passerebbe per la richiesta di una rinegoziazione del debito, a carico di tutti i creditori, grazie al raggiungimento di una maggioranza qualificata tra gli obbligazionisti. Sarebbero così vinte le resistenze di quanti non vorrebbero accettare la ristrutturazione, avendo un’assicurazione anti-default, i Cds.
Secondo il quotidiano, i titoli sarebbero immediatamente decurtati del 30%, ma sarebbero almeno rispettate le scadenze, mentre il piano attuale prevede di allungarle e di ridurre del 40% il valore nominale di rimborso sui titoli in scadenza fino al 2020.
Tuttavia, si preannuncerebbero scosse di enorme intensità su Italia e Spagna, che dovrebbero fronteggiare aumenti vertiginosi dei rendimenti sui loro bond governativi, tali da non essere più sostenibili.
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